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Concorso di idee per la ricostruzione del Friuli, 1977

Il proporre in termini di edilizia industrializzata o di procedimenti costruttivi razionalizzati una soluzione in risposta ai problemi dell'edilizia abitativa, comporta in generale notevoli difficoltà, accentuate per di più in questo caso dall'operare su una ipotesi di ricostruzione a seguito di eventi drammatici, e per di più in un ambiente dalle tradizioni e dalle usanze tanto radicate quanto quelle dell'friulano.

La sequenza di immagini che il gruppo in merito propone, è solo un voler mettere in luce alcuni dei tanti aspetti significativi delle tradizioni abitative del Friuli.

Le sequenze visuali dei passaggi rurali evidenziano spesso un andamento altimetrico variabile che si riflette sulla irregolarità ma non casualità degli insediamenti. Lo sviluppo in linea è comunque un'invariabile della crescita di tanti paesi a carattere agricolo, che costituiscono le strutture urbane fondamentali di tale regione. Il modello residenziale lineare è il risultato dell'aggregazione a schiera, lungo gli assi stradali, di alloggi che si affacciano per un lato sulla strada stessa, mentre per l'altro si richiudono verso cortili interni. In tal modo la strada assume il ruolo di elemento di ricucitura dall'ambiente urbano e le facciate degli edifici quello di quinta, al di là della quale si svolge l'attività abitativa.

Nel rispetto di certe tradizioni, il gruppo ripropone, per un verso, le relazioni preesistenti fra cellula, strada, paese; per l'altro, a livello dell'alloggio, un'organizzazione coerente con i modi di vita tipici dei nuclei familiari.

A partire dall'ipotesi della variabilità dei nuclei di utenza e dall'assunzione di standard dimensionali contenuti entro limiti normativi, è stata individuata una matrice progettuale che consente una gamma di alloggi in risposta ad un'ampia fascia di utenza: utenza variabile non solo in termini di composizione numerica del gruppo familiare, ma anche nei modi di fruibilità dello spazio abitativo. L'intersezione di un reticolo multi modulare complesso di 36 M, 18 M, 45 M, articola la matrice progettuale in spazi di servizio e spazi serviti.

Questa impostazione metodologica ha consentito un'organizzazione del progetto in termini di flessibilità progettuale, tanto che la matrice è definita da una serie di invarianti all'interno delle quali è possibile articolare una pluralità di soluzioni organizzative dell'alloggio. Alla scala dell'organismo edilizio, sulla base delle indicazioni emerse dall'analisi della struttura urbana, si propongono due diverse tipologie abitative: la schiera e la corte. Anche a questo livello di proposta progettuale, rimane sempre vivo l'intento del gruppo di rileggere l'ambiente friulano in una chiave che, attraverso il carattere innovativo del progetto, sappia filtrare tutti gli elementi significativi dell'ambiente stesso, per riproporli poi in forma corretta e nello spirito della ricostruzione.

Il rapporto fra i pieni ed i vuoti, le proporzioni fra le facciate e le coperture degli edifici, le pendenze dei tetti, le bucature di forma quadrata, rettangolare e tonda, alle quali si aggiungono passaggi coperti, come invito ai cortili interni, sono tutte “parole” già esistenti nel linguaggio urbano e che, una volta articolate correttamente, ripropongono “frasi” dai significati precisi. Riguardo alla definizione dell'insediamento modello è opportuna una precisazione. Il bando di concorso richiedeva di definire tale insediamento, al fine soprattutto di riferire le proposte progettuali ad un intervento definito quantitativamente. La richiesta è stata colta come occasione per fornire indicazioni degli intendimenti progettuali, che dovrebbero operare alla scala urbana, a livello evocativo piuttosto che con una progettazione reale, non potendo definire operativamente un insediamento di quelle dimensioni, in assenza di un riferimento ad un luogo specifico.

La trama adottata alla scala dell'alloggio estende poi la sua validità unificatrice alla più vasta scala dell'insediamento modello. Risulta essere così sia uno strumento di ricucitura del tessuto preesistente, sia un semplice schema regolatore in grado di assorbire potenziali interventi di progettisti diversi.


Contenuti abitativi e tipologici
Il progetto sviluppa due tipi edilizi: la schiera e la corte. Lo studio della variabilità dei nuclei di utenza, su cui il progetto si fonda, permette di definire precisi standard dimensionali degli alloggi, ampiamente contenuti entro i limiti della comune normativa; inoltre giustifica il tentativo di definire una unità base modulare complessa che ipotizzi validi criteri distributivi e costruttivi.

L'unità base modulare complessa è realizzata dalla intersezione ortogonale di una maglia di 36 M, 18 M, 45 M che si ripete uniformemente in entrambe le direzioni. Vengono così definiti spazi di 36 M x 36 M, 36 M x 45 M, 45 M x 45 M che si combinano con fasce di servizio larghe 18 M.

Il catalogo degli alloggi è un'ipotesi metodologica di organizzazione di spazi, che mira ad interpretare le richieste dell'utenza offrendo una vasta gamma di simplex o duplex, che comunque non esaurisce tutte le articolazioni e possibilità fornite dalla trama modulare prescelta.

Il catalogo degli alloggi comprende quattro classi fondamentali di alloggi, distinti per capacità abitative.

Ogni classe presenta più tipologie differenziate per dimensione e per schemi distributivi (cfr. tabella).

Ogni tipo di alloggio può essere indifferentemente aggregato nelle due fondamentali tipologie edilizie del progetto: a schiera e a corte.


Tecnologie del sistema
Il sistema costruttivo adottato è del tipo a pannelli pesanti. La scelta di edifici su due o tre piani è stata dettata dall'analisi di edifici multipiano, dove si è osservato che l'andamento delle sollecitazioni e deformazioni subisce una variazione passando da 2 o 3 piani a 5 o 6 piani. L'elemento a 2 o 3 piani proporzionato lungo le tre dimensioni diviene un elemento scatolare con i lati dotati di uguale deformabilità e duttilità. Di qui la scelta di una aggregazione di cellule solidarizzate con incatenamenti orizzontali e verticali escludendo una organizzazione strutturale d'insieme stabilizzata soltanto dal peso. Dal punto di vista progettuale, ciò viene ottenuto con un sistema costruttivo “incrociato” dove gli elementi verticali portanti sono sia quelli longitudinali, sia quelli trasversali, che insieme con i solai vengono a formare elementi cellulari molto stabili dotati di notevole rigidezza soprattutto nei riguardi delle azioni orizzontali.